Quando passo più di
tot giorni senza alzare il culo dalla scrivania, vedendo il mondo scorrere
veloce– troppo veloce - mentre io faccio la spola tra casa e ufficio senza
concedermi neppure l’ora d’aria che solitamente si fanno pure i carcerati, ecco quando va così io mi
sento sempre in dovere di fornire rassicurazioni sul fatto che:
a) non sono rimasta sommersa dai fascicoli;
b) non sono annegata in una valle di lacrime.
E quindi niente. Sono viva, un po’ demotivata ma
viva.
Aspetto la primavera e confido nell’ora legale, nella serenità delle feste pasquali, nelle giornate che si
allungheranno, negli uccellini che torneranno a cinguettare (twitter rules), nei fiori rosa e nei fiori di pesco (Battisti docet) e nell’aria nuova che prima o poi, lo so, arriverà.
E nell’attesa di tutto questo sforno briochine
ripiene di nutella che alleviano le mie paturnie ma ingrossano il punto vita.