Basta non darci peso

Stavo ragionando con Amico sul fatto che forse andare in palestra in pausa pranzo (cosa che ho fatto oggi per la prima volta in vita mia) non è una grande idea: il pomeriggio è stato improduttivo, ho avuto un momento di abbiocco mostruoso e soprattutto, avendo pranzato con solo due tramezzini, a una certa ora mi è venuta una fame che mi sarei mangiata un bue intero.

Al che Amico mi dice che è solo questione di abitudine e credo che intenda dire che con il tempo sentirò meno la fatica (letteralmente dice “presto capirai quali sono gli esercizi più faticosi e li eviterai accuratamente” – giuro che Amico non mi conosce poi così bene… ).

Rispondo ad Amico che forse c’ha ragione ma sottolineo nuovamente che devo organizzarmi con il pranzo perché il rischio è quello di arrivare a casa la sera e scofanarmi di cibo (si, dico proprio scofanarmi…). Il seguito della conversazione è il seguente:

Amico: devi smetterla di usare termini come scofanarmi, ciccia, famissima, mi mangerei un bue...

Io (beata ingenuità): …perché?... sono brutti?

Amico: no, ma ti rendono una macchietta. Dovresti essere più donna altrimenti amplifichi la tua 48 (abbello, 46 non 48, non esageriamo – n.d.r.). Cioè se uno vede le tue foto pensa che sei anche piuttosto figa (già meglio – n.d.r.),  non sta lì a pensare alla 48 (ridaje - n.d.r.). Ma se tu dici in continuazione ciccia, fame, taglia, ecc. uno si fa una domanda …. guarda adele: è sovrappeso, ma ha tanta classe che uno non ci da peso. Al peso.

…

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Io (sempre beata ingenuità): che domanda si fa uno?

Amico: :è grassa??

Io:  ah

Amico: ma se non gliela fai fare, uno non se la fa.

Ok, non fa una piega. E non so come ho fatto a non pensarci prima. Grazie Amico.